giovedì, novembre 23, 2006

Apologia dell~Iccio

Ecco... volevo solo, viste le eterne discussioni nell ultimo bivacco, chiarire un poco la mia posizione! Visto che ne ho sentite davvero di tutti i colori, top quella di aspettare che io me ne vada per cambiare la carta di clan (ma stiamo scherzando? che cazzo sono un fondamentalista?)
Allora. Ci sono dei punti che secondo me non ho spiegato bene, e che sono stati interpretati alla cazzo.
Il discorso degli obiettivi.
Allora, io sostengo che lo stesso "fare strada" può essere un obiettivo. Voglio dire che quando si fa qualcosa, lo si fa non per raggiungere un qualche fine ultimo, ma per fare semplicemente quello che si può. Questo vuol dire che non ce la si prende se non si giunge ad un idilliaco traguardo, ed allo stesso modo vuol dire che non serve porsi continuamente mini-traguardi da raggiungere. Ciò che davvero conta, a mio avviso, è la direzione in cui si muove.
Avevo fatto vari esempi, in questo senso.
Io vado a giocare a basket non per vincere il campionato, ma per divertirmi. Per giocare, di fatto. Non ho un fine ultimo, vado perché mi diverto. Lo faccio perché FARLO mi piace, non punto a nulla se non divertirmi. Quando gioco, cerco di vincere. Ma non me ne frega nulla se non vinco; non sarò soddisfatto se avrò la vittoria, non smetterò di giocare perché ormai ce l'ho fatta. In questo caso la strada, il percorso che faccio è il motivo per cui lo faccio. Non punto nemmeno a diventare un campione, (ormai è palese che non è possibile, questo -.-;), ma punto a migliorarmi ogni volta, impegnandomi. Ed a mantenermi in forma fisica. Come faccio a sapere se mi mantengo in forma fisica? Esiste un punto in cui sono arrivato alla forma fisica buona? Come faccio a deciderlo? Io faccio semplicemente quello che mi porta i questa direzione, e faccio del mio meglio per farlo (sono un bravo lupetto -.-v). Poi non miro ad altro, mi muovo in quella direzione, ma non ha nessuna importanza se non lo raggiungo. Ciò che voglio è fare basket, non arrivare a ciò che il basket potrebbe portarmi.
Allo stesso modo, io mi impegnerò sempre nel mio ruolo di Akela. Non miro a diventare l'Akela migliore del mondo. Come si può dire di esserlo? E non arriverò mai a dire "Ok, come Akela sono arrivato." Arrivato? Chi l'ha deciso? Cosa vuol dire poi un buon Akela? (Sono già un buon Akela, credo :P)... ma perché non posso essere migliore??? C'è un livello di Akela tipo minimo sindacale? Io voglio fare meglio! Prima bene, poi meglio!
Arrivato vorrebbe dire che sono fermo, che non si va più avanti. E non credo che esista un punto di arrivo effettivo. Farò sempre del mio meglio, e spero che questo mi permetterà di migliorare sempre, fino a che lo farò.
Mi avete contestato che quest'ottica è da fallito. Nel senso che demoralizza; beh, non importa. Io non mi faccio demoralizzare; so che è la verità. E so che sono perennamente in cammino, ci sarà sempre un passo ulteriore da fare. Non arriverò mai a dire: "sono arrivato". Quello è accontentarsi. Quello è fingere di essere arrivati, per mettersi il cuore in pace. "Ho fatto tanto, basta così".
Va benissimo, si può fare, perché no? Ma io non dirò mai che non c'è altro da fare. Chiunque può diventare migliore. In qualsiasi ambito. E non perché ci sarà sempre cmq qualcuno migliore di te... è vero, ma chissene!!!
Non è demoralizzante.
Perché io posso sempre guardarmi indietro, per vedere dove sono stato, fin dove sono arrivato. Non dimentico quello che ho fatto, ne sono fiero. Ignorarlo non avrebbe senso! Sono soddisfatto di quello che ho fatto, sapendo di aver fatto del mio meglio per farlo!

Non mi scuso. Se ho fatto male, lo so. Non ha senso dire: "ah, qui ho mollato, eh...", perché sono stato io. Io ho scelto di mollare, se ho mollato. E non ha senso scusare se stessi. Non mi piace chi dice "eh, quella volta avrei dovuto..." perché è da ipocriti. Io quella volta ho fatto così perché credevo fosse giusto. O se ho sbagliato, se ho mollato, l'ho fatto perché stanco, l'ho fatto per un motivo. Dovremmo essere in grado di sostenere qualsiasi nostra azione. Se abbiamo sbagliato, dovremmo saper spiegare perché abbiamo sbagliato. Non credo che si sbagli a caso. "scusa, se avessi saputo" è una cosa che non esiste. Se non lo sapevo, non sono da scusare. Ho agito come credevo giusto, fine.
Ok, piccola digressione... :D

Dicevo, il fine. Il mio fine è questo! Qual'è il fine della vita? E' viverla bene! Essere felice! Completare un'esistenza felice è il fine; la meta è il viaggio. Viaggiare felici.
Esistono mille strade. Mille strade tutte buone, tutte giuste, se ti rendono felici. Chi è felice ha ragione. Ha ragione l'ottuso che si diverte con una stupidaggine, cui basta poco, se davvero è felice. Chi è felice, ha ragione.
Poi alcune strade rendono più facile il viaggio, altre sono più impervie e difficili, e ti possono rovinare tutto.
Ma non esiste la strada giusta, e non esiste quella sbagliata. Soprattutto, non esiste una meta giusta, né una meta sbagliata. La meta è la stessa in tutte le direzioni. Arriveremo tutti nello stesso luogo, no? o, al massimo, negli stessi due luoghi. Uno è solo un po' più caldo dell'altro.

Non mi do piccole mete. Credo siano autoinganni, di chi non è capace di capire che deve impegnarsi continuamente, o di chi non vuole accettare il suo impegno.
"Vado in palestra almeno un'ora questa settimana, almeno due la prossima..." è una farsa. Di chi non riesce a _voler_ davvero fare qualcosa. E' costringere se stessi, è farsi violenza da soli. Se non vuoi andare, non andare. Devi capire perché farlo, devi scegliere di farlo. Non obbligarti. Se capisci, se sei sicuro, non sarai più così debole da doverti obbligare con piccoli ricatti da bambino.
Per questo sostenevo che spesso la meta è fare strada. Se arrivi da qualche parte, meglio. E' un obiettivo raggiunto. Ma macinare strada, camminare, in luoghi, ambiti, direzioni diverse, è un bagaglio che ti resta sempre. Parlare con un amico di un argomento assurdo per una serata non serve a niente. Non ti porta da nessuna parte. Ma hai fatto strada. Ti sei mosso in quella direzione, in quel campo. Ne sai qualcosa di più, e quel qualcosa te lo sei portato dietro. Resta con te.
Nulla è da sprecare. Anche se pensiamo che non ci sia servito, che non ci abbia portato da nessuna parte. Ogni passo che compiamo, resta con noi per sempre. Giocare con gli amici un pomeriggio in patronato porebbe averci insegnato qualcosa. Potrebbe averci fatto ridere. Potrebbe averci fatto sudare un po', che la pancia non cala mai. A che è servito? A tutto questo. Siamo stati bene. Altrimenti ce ne saremmo andati. Questo è tanto.
Prendiamo i grandi che si adoperano. Gino Strada, Emergency (non prendetevela se cito un colosso del genere, anche a me pare di fare un po' un'eresia... :D). Perché lo fa? Per salvare tutto il mondo? Per salvare tutti feriti in guerra?
Lui cerca, tutti i medici, tutti quelli che si adoperano per chi è in difficoltà lo fanno per salvare tutti quelli che possono. Cercano di salvarli tutti, questa è la loro direzione. In questo senso si muovo. Ma sanno che non salveranno mai tutti. Perché l'uomo solo può fare molto, ma non tutto. Perché un medico non può dare la vita. Ma loro salvano la gente. E tutti coloro che hanno salvato, sono la loro meta. Lo fanno per coloro che hanno salvato. Tutti coloro che sono riusciti a salvare. (salvare da noi stati moderni che gli spariamo, BTW).
Qualcuno può dare loro dei falliti? Credete che loro credano di esserlo? Loro fanno tutto il possibile. Fanno molto più di noi, che non facciamo nulla. Se loro sono dei falliti, lo siamo tutti. Perché io non ho mai salvato una vita.
Frose stanno male, per vedere la morte ogni giorno. Ma per questo basta andare nei nostri ospedali.
Ogni medico punta a salvare il suo paziente. Quella è la sua meta. Ma se non la raggiunge, ha fallito? Curare la gente, aiutarla, salvare chi può essere salvato è la sua meta di ogni giorno. Ogni persona salvata è ciò che porta con sé, ogni errore commesso (se non viene licenziato) è un bagaglio che gli resterà sempre accanto. E come medico ne saprà sempre di più. Un buon medico perde pazienti. Non è un buon medico? Il miglior chirurgo perde pazienti. Non è il miglior chirurgo?
E non potrebbe migliorare ancora?

Bene, spero di aver chiarito un poco il mio pensiero. Questo intendevo quando dicevo che lo scopo del clan è fare strada. E' crescere, maturare. Ci sono persone uscite dal clan che la pensano molto diversamente, anche su materie trattate in clan, materie legate allo scoutismo, al cristianesimo. Ai valori morali. E' stato un fallimento il clan per loro, visto che non sono arrivati alla meta scout? (e poi cos'è, una scuola per insegnarci cosa pensare?)
io credo che il clan sia una grandissima occasione di maturazione, fisica e mentale. Un'occasione per fare strada assieme, in tutte le direzioni. Perché parlando assieme ciò che impari, la strada che percorri la condividi con gli altri, non è proprio come camminare tutti alla stessa velocità... è come se le strade percorse da ognuno si sommassero. Non è cosa da poco.
Ma non credo che ci sia un punto cui arrivare. Certo, ci sono delle cose che vanno capite. Arrivare almeno fino a quelle. Ma non solo. Non c'è un limite superiore!!

Spero di non essere radiato, con questo. Spero che chi ho offeso non se la prenda troppo (ho contestato quelli che di certo sono i pensieri di alcuni, e non è bello sentirsi contestare i propi pensieri). Spero che in qualcosa siate d'accordo, e che leggere questi miei pensieri vi abbia fatto scattare qualcosa, e che vi interroghiate su ciò che pensare. Magari in qualcosa ho anche ragione io.
Iccio

domenica, novembre 19, 2006

Scout e tamponamento

Oooooooh che bello!
Prima caccia dell'anno! Abbiamo fatto un sacco di cose carine, comprese le ammissioni di alcuni cuccioli, al branco, abbiamo cacciato con i nostri colleghi di brusegana ed è andato tutto molto bene! Comico il viaggio di ritorno, in cui la corriera era occupata per un terzo da noi, un terzo da un riparto agesci ed un terzo da un gruppo di rustici ragazzetti alla moda che andavano in città per la serata. Purtroppo accanto a loro stava il buon federico (l'appuntato quagliozzi...) il quale si è immediatamente messo a discutere con uno di questi. Quando li ho raggiunti i ragazzi stavano uscendo:
Federico: Akela... ma è pieno di drogati, qui!!!
Ragazzo: ciao bambini, è stato un piacere...
Federico: ahah! hai la cintura da donna!!!
Ragazzo: sì, me l'ha regalata mia nonna...
Federico! AHAHAH!!! ti si vedono le mutaaaaaande!!!!
Ragazza esploratrice alle spalle: (ma ha tutto il culo fuori...)
Ragazzo: sì... ciao bambini... un bacio... (lancia bacio ai bambini, che schifati ridono come babbei)

U___U
Che scene... XDDD
Poi il dramma. Ieri sera arbitrato a montagnana... che palle! fino a montagnana... con la pioggia...
Ma la partita è andata benissimo, nessun problema... tutti i ragazzi sereni, bella partita tirata, bene bene *_*
Al ritorno ho tamponato uno -.-
Oh, lui si è immesso davanti a me, solo che invece di accelerare ha rallentato... (ok, c'era il semaforo, avanti, che non avevo visto... ma era _avanti_!!!)
io ho frenato troppo tardi, ma era bagnato e la macchina ha slittato ;__;
così gli sono andato addosso.... Y_Y
Ci siamo fermati, fatto constatazione... che in pratica mi condanna -.-;
Lui non s'è fatto neanche tanto danno... io invece rotto il radiatore, incassato uno specchietto e rotto l'altro, e piegato il cofano!!!
solo che rotto il radiatore non potevo riempirlo, perché il cofano incassato non si apriva... alla fine dopo mille cose ho lasciato la macchina a metà di strada battaglia (non potevo rischiare di fondere il motore) e mi sono fatto riportare a casa dalla mamma... che palle!!!
Indi sono senza macchina. Oggi sono stato in caccia, e domani ho lezione... indi andrò a recuperarla martedì, alla meglio!!!!
Che palle... ;_;
Poi continuo a combattere con una questione che ormai mi porto dietro da mesi... W le incomprensioni, i litigi ed il tenersi il muso -.-v
Ma vabbè... l'importante è restare a galla :D
Ora gioco a dama con will, poi cena da papà poi GGD... a presto!!!
Iccio

mercoledì, novembre 08, 2006

Falene e Vampiri

"Lasciata la fiamma che brucia
la falena
riscopre nuovi i vecchi calori"

Mi è immediatamente piaciuta questa poesia. Perché mi ha fatto pensare ad un sacco di cose.
Un po' a quello che sta succedendo a molti in questi mesi... se ne discuteva qualche giorno fa, vero? :D
E' come la falena che si brucia sulla fiamma. La fiamma è bella, e la falena non vuole lasciarla, non sa cosa farebbe senza. Non può farne senza, perché oltre alla fiamma non c'è altro che la fiamma stessa, non si vede che oscurità d'attorno.
Così ci vuole un coraggio terribile per la falena, per decidere di lasciare la fiamma. Anche se si brucia, anche se può ucciderla. E' bella, è tutto. Non c'è altro, al di fuori della fiamma.
E quando la fiamma è troppo forte, quando brucia le ali, quando fa soffrire, quando si sta male e non si può che lasciarla, a malincuore, si parte per un viaggio nell'oscurità.
Ma lentamente, mentre si soffre nel lasciare ciò che era tutto, più ci si allontana, più si iniziano a percepire le altre luci attorno. Luci prima distanti, prima fioche, ma che aumentano di intensità, di calore man mano che si fanno meno piccole. E così, lasciando la fiamma che ci aveva fatto soffrire, pur essendo tutto per noi, ritroviamo le luci di prima, quelle che avevamo dimenticato, che non vedevamo più accecati come eravamo dall'unica fiamma che per noi era diventato tutto.
Iniziamo a sentire di nuovo il calore di altre fiamme, di altre luci. E ci rendiamo conto di come siano infinite le luci al mondo, infinite quelle che ci circondano e possono scaldarci il cuore.
Non possiamo essere accecati da una sola di queste. O prima o poi staremo davvero male, se qualcosa andrà nel verso sbagliato.

Mi dispiace, non è un post molto allegro questo ^_^;
Vediamo di sistemare: ieri sera incontro Akela di distretto; divertente, non male. Tre giorni fa Anne Rice mi ha risposto ad una mail (tra l'altro tipo 2 ore dopo che le avevo scritto...) beh, sono davvero contento. Mi ha fatto un sacco di piacere, anche perché non sono proprio due righe, ed ha davvero considerato quello che le avevo scritto. W Anne "la strega orrenda e pazza" Rice :D
(l'autrice di "Intervista col Vampiro"... ultima opera "Christ the Lord: Out of Egypt", ovvero un racconto in prima persona della giovinezza di Cristo. Molto interessante, davvero... appena lo traducono lo regalo al DonCi :D Tra l'altro la mail verteva su questo, e sono davvero contento di aver compreso il senso di quello che in anni aveva voluto dire. Sì, immagino che diciate "che c'azzeccano vampiri e Cristo?" Un po' lei è impazzita, ma neanche tanto. Leggete, leggete... :D
(NO, Cristo non è un vampiro, nei suoi libri... -.-;)
Bon, vi lascio. Era un post un po' triste, l'ho rallegrato e ci sentiamo presto. Ciao a tutti :D
Iccio