Sconfitte e Case
Un'altra, ennesima sconfitta per la squadra di cestisti più sgangherata del momento (la mia). Però è sempre bello andare a mangiare fuori, dopo (almeno con la metà della squadra che non disprezza la compagnia dei propri compagni...).
I biscotti stanno finendo, ormai. Erano tanti, ma ce li siamo mangiati con enorme rapidità U_U; Nel frattempo chi c'è andato è tornato dal concerto degli Stratovarius, e sembra si sia trattato davvero di qualcosa di spettacoloso. Purtroppo, non avevo proprio voglia di andarci UU;
Ho finito "a feast for crows", l'ultimo libro di Martin, della serie delle cronache del ghiaccio e del fuoco (a song of ice and fire). ARGH! Che delusione! Come prevedibile non finisce proprio niente, anzi! E sapendo che il prossimo libro tratterà le vicende contemporanee a quelle di "aFfC" ma riguardanti tutti i personaggi in questo libro ignorati, mi chiedo quando saprò cosa accadrà alle due regine, se il kekkoso cavaliere dei fiori si salverà e che accadrà al povero e grassoncello Sam. Vabbè, speriamo bene ;_;
Poi oggi sono stato a casa di un amico. E' sempre una cosa strana visitare la casa d'altri. Cioè, la casa è come il nido di una persona (famiglia), è dove sei nato e cresciuto, dove hai passato più di metà del tuo tempo! Che riflessioni pesanti, eh? In realtà mi è capitato più volte di riflettere su questo fatto. Guccini canta: "Mi affascina il mistero delle vite, che si dipanano lungo la scacchiera, di giorni e strade, foto scolorite, memoria di vent'anni di una sera... / /mi piace rovistare nei ricordi di altre persone, inverni o primavere per perdere o trovare dei raccordi nell'apparente caos di un rigattiere"
E non è forse che questo, una casa, un vecchio deposito di ricordi? Fossero solo le foto. Le foto che ognuno (senza la i, grazie al francese di istruirmi sulla mia lingua) di noi ha appeso in cameretta, foto di quando era bambino, foto di parenti, di tempi lontani spesso dimenticati (ma dov'ero qui? chissà quella foto quando è stata fatta...) sono flash di istanti passati, istanti riguardo ai qual io, quasi sconosciuto, non posso che interrogarmi, domandandomi un passato che non mi appartiene.
Ma non solo le foto. I vecchi giocattoli, i soprammobili della nostra infanzia e quelli recenti, le cianfrusaglie lasciate in giro; perfino gli orsetti, i poster e la finestra, la finestra traverso cui per anni abbiamo visto la mattina... ed i libri! I nostri libri sono la nostra storia. Tolkien lo si trova sempre, bene o male; e poi cosa, qualche Piccolo Brivido, oppure un libro particolare di una serie strana, sconosciuta, un autore che fece ben poco, ma che scrisse una storia che per caso ci giunse tra le mani, e che per noi, e solo per noi è divenuta qualcosa di più, fino a divenire il libro del quale, davanti ad una libreria intera, scegliamo di parlare ad un ospite.
Ricordo un libro di Banana Yoshimoto in cui si parla di un amore spropositato per le cucine (kitchen, infatti, era il titolo se non erro). Da una cucina, diceva, puoi vedere l'anima di un cuoco. E da una casa? In una casa c'è la storia di una vita.
Una volta, tornando da scuola, sono passato davanti a due vecchine, ferme a conversare sulla soglia socchiusa della casa di una delle due. E passando ho visto uno spiraglio del soggiorno, dei mobili, dell'arredamento, udendo nella fretta (il mio passo piuttosto rapido...) solo poche parole della conversazione. Ma è stato come un flash; ho sentito come un vuoto, come quando ti trovi davanti a qualcosa di enorme ed imperscrutabile, sconosciuto e buio, qualcosa che ignori completamente ma sai deve essere esistito, in un qualche modo. Così mi sono domandato quella vecchia signora, la padrona di casa, che vita deve aver vissuto nei suoi lunghi anni, tutta la sua gioventù, come quella che devono aver vissuto i miei nonni, il suo passato, le sue storie, il suo matrimonio ed i suoi figli, chi ora l'ha dimenticata, le sue amicizie d'infanzia e chi ha lavorato con lei, cosa ella abbia fatto, nella sua vita, dove sia stata, dove abbia viaggiato, con chi abbia parlato e cosa abbia comprato, quali pensieri abbia avuto, quali interessi, quali hobby, quali letture, quali sogni.
E' stata una cosa terribile, ve l'assicuro, che mi è capitata solo un'altra volta, a memoria, quando passando in autostrada ho visto un vecchio zappare un orto dietro casa, sotto il viadotto su cui passavo. Quella volta, mi ricordo, mi chiesi come fosse possibile che quel vecchio vivesse così, solo, e chi controllasse e gestisse il suo tempo, a cosa servisse la sua vita, CHI avesse deciso come doveva viverla. Una prima ed acerba indagine divina, se vogliamo.
Vabbuono, mi trovo di fronte a varii problemi di cui non posso discutere qui (nessuno personalmente mio, per fortuna!), ma spero di poter fare qualcosa per aiutare chi ne ha bisogno (come sono buono... ho già un posto assicurato in Settimo Cielo -.-v).
Ah, ho fatto la kurisumasu kaado -.-v (Xmas card omnitel :) quindi posso assillarvi con un sacco di sms al giorno, fratelli omnitellari, e con 100 al mese carissimi vicini timmici :D
Un saluto
Iccio